Due sposi, la perdita di una figlia a pochi giorni dalla nascita, il desiderio di non chiudersi nel dolore ma di farsi accompagnare e di fare altrettanto con chi vive esperienze simili. Pochi ma decisivi ingredienti per rendere feconda anche la sofferenza.
di Laura Lippolis e Luigi Gasparre
“Amare Aps” (Associazione di Promozione Sociale) è una realtà di servizio che ha cominciato ad esistere già molto tempo prima della sua costituzione: nasceva ogni volta che io e mio marito Luigi rispondevamo con un sì, gratuito e generoso, alle richieste di aiuto e accompagnamento di tutte quelle mamme e quelle coppie colpite da un dolore profondo. Già da allora tesseva le sue trame, nella semplicità di un ascolto, di un sorriso, di una accoglienza, per cui il dolore di altri papà e mamme diventava il nostro dolore, e camminavamo insieme, semplicemente per stare vicino, semplicemente per essere accanto. Ed ogni volta ci sembrava di intravedere un senso di valore e significato a quella grossa perdita che anche noi avevamo sperimentato: la nostra secondogenita, Marianna, strappata alla vita appena dopo qualche minuto dal parto. Una vita desiderata che sorgeva e svaniva come una lucentissima stella cadente. Una grave malformazione ce l’ha portata via qualche minuto dopo la sua nascita, ma ogni volta che siamo stati accanto al dolore di altri, sentivamo che lei era con noi, che lei aveva avuto un compito in quel suo breve passaggio: indicarci una via, una missione, un compito importante. Così è nato il desiderio di aiutare le donne e le famiglie che avevano vissuto o stavano vivendo il nostro stesso dramma.

Dopo anni di esperienza in varie associazioni di volontariato, finalmente il nostro operato e il nostro farci squadra attorno prende corpo in un progetto associativo territoriale a servizio della fragilità in gravidanza.
Le maternità fragili solo quelle in cui non si conosce bene cosa aspettarsi, quelle in cui si attende la nascita con particolare ansia perché ci sono dei problemi da risolvere subito dopo, quelle in cui si ha tanta paura di non arrivare ad accarezzare in volto il proprio figlio, quelle in cui forse non ci sarà più un pancione da custodire, quelle in cui l’appuntamento dal ginecologo è uno scoglio duro da affrontare per la paura di ulteriori negative notizie o per la speranza che qualcosa stia andando meglio, quelle in cui l’ecografia morfologica non è il momento per conoscere il sesso del bambino, ma minuti di trepidazione in cui il cuore di ogni mamma e papà, che sperava di sentirsi dire che va tutto bene, viene lacerato da infauste notizie sulla salute del proprio bambino. Le maternità fragili sono quelle interrotte da perdite inattese che lasciano il segno per sempre, con un dolore spesso nascosto perché non riconosciuto. Le maternità fragili sono anche quelle in cui ti manca la forza di portarle avanti perché la sofferenza urla come uno spaventoso fantasma in una stanza buia, e succede di fare delle scelte frettolose e non ponderate di cui a volte ci si può pentire, lasciando profondi sensi di colpa.
Per molto tempo abbiamo lavorato in silenzio, senza fare rumore. Oggi abbiamo deciso di fare luce su questo laboratorio della vita, a cui lavorano famiglie, volontari, professionisti, per creare una rete di supporto disponibile e visibile. Spesso sono persone che hanno vissuto in prima persona esperienze di perdita, dolore, difficoltà; altre volte sono uomini e donne che vogliono mettersi semplicemente accanto, per offrire una mano, un piccolo o grande contributo. Siamo un gruppo che si costituisce in rete di supporto durante i momenti di dolore, lutto, solitudine, buio, angoscia, per offrire una via di uscita, una possibile soluzione, una speranza, un conforto, una consapevolezza più ampia o semplicemente una condivisione o uno stare accanto.
“Amare” è un progetto, una visione di un futuro in cui ogni donna saprà di non essere sola. “Amare” è dedicata a nostra figlia Marianna, e con lei a tutti i bambini e le bambine di cui abbiamo conosciuto il nome e la storia. “Amare” è l’azione di sempre, perché amare ed essere amati è il vero significante della vita.

Cosa facciamo
Siamo un gruppo di famiglie, volontari e professionisti (psicologi, psicoterapeuti, medici) che, attraverso il sito, la divulgazione del materiale informativo, sportelli di informazione/ascolto, progetti di lavoro, protocolli di intesa con vari enti etc., intercettano la richiesta di donne/coppie/famiglie che hanno ricevuto una diagnosi prenatale infausta di primo, secondo e/o terzo livello e allacciano dei primi contatti che possano offrire inizialmente anche solo chiarimenti o mere informazioni di servizio. Dopo un primo momento di conoscenza, la donna/coppia viene integrata all’interno dei percorsi di mutuo aiuto, in presenza oppure on line, e da subito vengono offerti sostegno e supporto psicologico da parte di professionisti specializzati in tematiche prenatali e in elaborazione del trauma luttuoso prenatale. La rete di famiglie – che si attiva attraverso un servizio di tutoraggio – è composta da papà e mamme che in prima persona hanno vissuto una situazione infausta simile, per modalità di diagnosi o per tipo di malformazione o di esperienza, per cui la donna viene seguita giorno per giorno attraverso l’accompagnamento di altre donne, disponibili anche solo per un semplice incontro o una telefonata con cui far sentire una presenza empatica, capace di offrire rispecchiamento emotivo e rete di sostegno sociale. Anche i papà possono essere aiutati e sostenuti attraverso la presenza di altri papà con momenti di incontro e condivisione.
Su proposta formulata, la donna/coppia può ricevere un pacchetto di incontri con la psicologa al fine di prevenire l’insorgenza di disturbi post-traumatici e facilitare il percorso di elaborazione del lutto, sia in merito alla perdita del progetto genitoriale iniziale, che in merito ad una eventuale perdita spontanea o terapeutica prenatale. Il lutto da perdita prenatale è un evento doloroso, non solo paragonabile a quello subito per una normale perdita, ma addirittura più penoso, con un riconoscimento sociale e culturale ancora non adeguato al bisogno e alla intensità emotiva. La donna che subisce una diagnosi infausta e che può andare incontro alla perdita del bambino (sia durante la gravidanza che subito dopo la nascita) necessita di un particolare supporto, al fine di prevenire una serie di complicazioni di natura psicologica e psichiatrica che si ripercuotono non solo sulla donna stessa ma anche sulle successive gravidanze, sui figli che nasceranno in seguito e su quelli già in vita, oltre che nel rapporto di coppia e sull’intero sistema familiare.

La nostra associazione si pone inoltre accanto a quelle coppie che scelgono di proseguire la gravidanza, attraverso un supporto materiale e psicologico durante i vari accertamenti, visite mediche, ecografie, e il parto di un feto terminale, o che dovrà essere preso in carico per essere curato.
L’associazione “Amare aps” si occupa principalmente di rispondere a questi bisogni attraverso una presenza discreta ma significativa, e soprattutto di alta qualità professionale.
Attualmente abbiamo aderito ad un protocollo di intesa con il Comune di Civitanova Marche e la corrispondente Asur 3, per l’apertura di uno sportello di ascolto presso lo stesso comune, denominato “Sportello Amare”, che accoglierà le richieste delle mamme di questo territorio, fornendo loro adeguato supporto. Auspichiamo che tale protocollo, siglato lo scorso 10 maggio nella sala consiliare della sopradetta città, costituisca un passo significativo per la diffusione della cultura della vita sempre più sopraffatta, invece, dall’idolatria dell’efficienza e della produttività: anticamera di quella che papa Francesco chiama la logica dello scarto e che, in definitiva, soggiace ad una cultura di morte. •