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Francesco fra bellezza e croce

Comunicare in modo istantaneo una pluralità di messaggi. È quello che riesce a fare Francisco Ribalta in questa tela (1620 circa) raffigurante “San Francesco confortato da un angelo musicante”

di suor Maria Gloria Riva


Nel Museo del Prado, una tela di Francisco Ribalta racconta un episodio, forse poco noto ai più, che illustra l’amore di Francesco per la bellezza. Nell’austera cella del Santo esplode un tripudio di colori e di suoni. Un’immagine di San Francesco inusuale per noi, ma frequente verso la fine del XVII secolo quando l’iconografia del Santo si ampliò moltissimo. Narra san Bonaventura che un giorno San Francesco, sofferente per le stimmate, desiderasse ascoltare della musica. Improvvisamente apparve un serafino che, toccando sapientemente le corde di una viola, riempì la cella del Santo di suoni celestiali, allietandolo nella sua infermità. L’episodio non rimase nascosto ai suoi frati, uno dei quali, forse l’inseparabile frate Leone, sorprese san Francesco in estasi in compagnia del Serafino.
Francisco Ribalta, pittore finissimo di origine catalana, capace di condensare nella sua arte il meglio degli artisti che ruotavano allora attorno all’Escorial, seguendo la lezione di Bonaventura, ci mostra la scena aggiungendo però un particolare curioso: un piccolo agnellino, prepotente rimando al Signore crocefisso, tenta di salire sul giaciglio di Francesco. Il Ribalta, qui come altrove, riesce a coniugare, in un modo a lui caro, drammaticità e lirismo, giochi di luce e chiaroscuro, raccontando con uno stile impeccabile e simbolico i tratti principali della spiritualità francescana.
Il particolare dell’agnello, assente nella narrazione dell’episodio in questione, emerge in molti altri episodi. Famoso quello occorso durante il soggiorno romano del Santo. Francesco, mosso dalla devozione a Cristo, aveva tenuto con sé un agnellino. Egli lo amò tantissimo al punto che, dovendo partire, non volle riportarlo al gregge, ma lo affidò alle cure della nobile matrona Jacopa de’ Settesoli a che lo custodisse nella sua casa. Si narra che mai l’agnellino abbandonò la signora: la seguiva ogniqualvolta usciva per andare in chiesa, e pazientemente restava fuori ad attenderla per ritornare con lei a casa. L’agnello, poi, ogni mattina si curava che non arrivasse tardi alla funzione, la svegliava con i suoi belati e, salendo sul giaciglio, la colpiva delicatamente con le sue piccole corna finché donna Jacopa non fosse desta. Per donna Jacopa l’agnello ebbe un duplice caro rimando: a Cristo, che aveva imparato ad amare grazie a san Francesco, e allo stesso Francesco per il dono che gliene aveva fatto. Ritroviamo qui l’agnello nella medesima postura, intento però a sollecitare l’attenzione del Santo per il dono di quella musica celestiale. Gli altri elementi nella loro semplicità – il piccolo libro del Vangelo, il lume, il tavolaccio del giaciglio, la coperta di lana, la croce nuda alla parete – hanno il compito di evidenziare la sublimità e la bellezza della musica ascoltata da Francesco.
Così, in un colpo d’occhio, il Ribalta raccoglie i punti principali della spiritualità del Santo di Assisi: l’austerità e l’amore alla croce. La sequela a Cristo nella semplicità e nella mitezza, quale virtù dei forti e, infine, l’amore per la bellezza espressa dalla sublime musica dell’angelo. La porta incornicia di oscurità la figura di un confratello che, con l’ausilio della sua piccola lampada, irrompe nella cella per portare cibo al Santo. Anche quest’unico punto di luce nell’oscurità del fondo ha un suo specifico ruolo: quello di raccontare l’esperienza della fraternità, così cara a Francesco. L’amore per la solitudine e per la preghiera del Santo di Assisi è andato sempre di pari passo con l’amore per i suoi compagni e per il popolo di Dio al quale ha voluto lasciare il dono grande della salvezza. Il testamento spirituale di Francesco più bello è proprio quel desiderio di portare tutti in paradiso. La richiesta fatta a Dio del dono dell’Indulgenza, poi concessagli dalla Chiesa, trova ogni anno il suo compimento il 2 di agosto, festa della Porziuncola. •