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Con certe persone tutto è possibile

Lettera aperta di un frate incaricato per le vocazioni ai 14 giovani del centro Italia e della Francia che stanno vivendo l’anno di Postulato nel convento di Sanluri (CA), per prepararsi ad entrare nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
di fra Damiano Angelucci


Cari ragazzi, facciamo finta che il mio ruolo di incaricato per la pastorale vocazionale dei Frati Cappuccini sia assimilabile a quello di responsabile vendite di una casa automobilistica e che mi trovi di fronte ad un caro amico, come potrebbe essere uno di voi, nella necessità di comprare una macchina. Pur nel dilemma se perseguire il mio interesse economico o coltivare i miei sentimenti di amicizia, non esiterei a far prevalere il secondo termine e lo esorterei ad andare a cercare altrove la sua futura automobile. Lavorando da quasi trent’anni per la stessa azienda, so bene che la nostra macchina ha un motore che balbetta, spesso si ferma; il design non sembra essere al passo con i tempi, la carrozzeria non regge facilmente gli urti, senza contare che non ha ormai molti pezzi di ricambio, e quelli in dotazione si rompono facilmente. Preferirei perdere il lavoro piuttosto che rifilare una bidonata ad un caro amico, ammesso che lo si possa fare con le altre persone.  


Il mio affetto, il mio desiderio di bene per la vostra vita, fuor di metafora, mi spingerebbe a dirvi di lasciare perdere questa vaga ispirazione di essere frate, entrando in un Ordine religioso come quello cappuccino di cui sono “testimonial”: età media avanzata, almeno qui in Italia; incertezza totale su cosa sarà la nostra vita nei prossimi anni, visti i cambiamenti epocali e la drastica diminuzione di religiosi; notevoli problemi pratici derivanti dalla chiusura di conventi e conseguenti traslochi; serpeggiante malcontento e scoraggiamento qua e là; oltre al fatto che alcuni, dopo aver provato a buttar via acqua dalla nave che sembra affondare, hanno deciso di imbarcarsi in qualche scialuppa di salvataggio in ossequio al motto “si salvi chi può!”.
Come avrete notato, ho usato il condizionale: “mi spingerebbe”. Perché c’è un punto che rovescia la questione e che sovverte totalmente le proporzioni dei pro e dei contro. La casa automobilistica di cui sono venditore offre in dotazione la costante presenza, 24 ore su 24, di un autista. Sì, un autista, come nessun’altra vettura potrebbe averne, capace oltretutto di fare qualsivoglia riparazione meccanica, e di rimettere a nuovo qualsiasi parte della vettura. La sua sola presenza rende il viaggio un’esperienza ineguagliabile, straordinaria, con la sua capacità di tirare fuori il meglio da ogni componente del mezzo.  


Lo scorso 26 ottobre, il nostro confratello – e collaboratore della nostra rivista – fra Raniero cardinale Cantalamessa ha ricordato a tutti noi, cappuccini delle Marche, le parole del profeta Aggeo (2,4): “Coraggio, popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché io sono con voi – oracolo del Signore degli eserciti”. Il popolo di Israele era di ritorno dall’esilio e, alla vista del tempio in macerie, faticava a impegnarsi nella riedificazione. Qui il punto dell’esortazione di Aggeo: “Io sono con voi”, dice il Signore.
Questa stessa parola la rivolgo a voi, perché il Signore non abbandona la sua Chiesa, né la famiglia religiosa alla quale vi state avvicinando, se davvero vi chiama a questa avventura. Non dovete pretendere di vedere la perfezione, o la quasi-perfezione, nei membri della nostra famiglia cappuccina, ma saper contemplare la grandezza della misericordia del Signore che, nonostante l’evidente insufficienza della materia prima, riesce con noi ed in noi ad operare meraviglie.
Sarà il Signore a portare avanti la vostra storia; l’accoglienza della sua amicizia e della sua compagnia potranno rovesciare in ogni momento un destino apparentemente avverso e prossimo ad un vicolo cieco. Il suo santo Spirito, il suo modo di rendersi presente tramite persone ed eventi, vi basterà per vivere in modo trasfigurato e trasfigurante ogni attimo del vostro percorso. “Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!” (1 Ts 5,24). Se pensate ancora di dovere essere voi a guidare la vostra vita, spostatevi nel sedile a fianco e lasciate guidare l’autista della Casa. •